In questo momento storico una delle necessità più impellenti per salvaguardare l’ambiente è quella di convertirsi ad una economia circolare: il nostro modello economico non è più sostenibile ed è fondamentale ora più che mai trovare alternative che sfruttino le risorse in maniera ragionevole e i cui prodotti abbiano un impatto ambientale più basso possibile.
La storia di Wijld

Aline Hauck and Timo Beelow sono una ragazza e un ragazzo tedeschi, per la precisione di Wuppertal, che hanno ideato WIJLD, un’azienda che utilizza un sistema per cui producono capi di abbigliamento dal legno, estraendone le fibre, in maniera del tutto sostenibile.
Il punto di partenza dei ragazzi è stato la necessità di dimostrare che è possibile produrre capi di abbigliamento in maniera etica e sostenibile, nel totale rispetto dell’ambiente, come valida alternativa della produzione di massa. I capi della nota “fast-fashion”, infatti, sappiamo che sono tendenzialmente prodotti con materiali sintetici di scarsa qualità (inquinanti e spesso nocivi sia per l’individuo), oltre al mondo legato all’etica della produzione: dall’estrazione delle risorse prime fino alle politiche sociali e lavorative che lasciano scarso respiro ai diritti dei lavoratori. Queste grandi aziende, infatti, si avvalgono generalmente di stabilimenti presso paesi ancora in via di sviluppo in quanto i costi di gestione e manodopera risultano decisamente più convenienti.
In netta contrapposizione con questo atteggiamento, un’azienda di abbigliamento come Wijid, attinge localmente alle risorse di legname necessarie alla produzione, ovvero da foreste certificate e gestite in maniera sostenibile nel rispetto delle normative poste a tutela dell’ambiente. Aline spiega nel video di presentazione dell’azienda che da un solo chilo di legno è possibile ricavare ben 4 magliette: rispetto al convenzionale cotone, per ogni singola maglietta, si risparmiano.
La qualità del prodotto
Il lavoro è stato lungo: ci sono volute lunghe e macchinose sperimentazioni al fine di ottenere una fibra che fosse sufficientemente morbida da un lato, senza la necessità di nessuna aggiunta di prodotti chimici o sprechi di acqua durante il ciclo produttivo. La sostenibilità di questo prodotto, infatti, risiede non solo nella località della produzione e del reperimento delle risorse, ma anche nel ridurre al minimo lo spreco di acqua ed energia, oltre che la drastica diminuzione della produzione di diossido di carbonio ed evitare completamente agenti nocivi che possano rendere il tessuto tossico per l’ecosistema.

Seppur possa sembrare strano che del tessuto venga estratto dal legno, Aline spiega che la fibra estratta risulta particolarmente soffice e senza nulla da invidiare alle classiche fibre che generalmente utilizziamo, come ad esempio il cotone. Oltre a ciò, le proprietà naturali di questa particolare fibra sono altamente antibatteriche oltre che termoregolatrici. Permettono una maggiore traspirazione della pelle (di cui è importante prendersi cura in quanto è uno dei nostri principali organi di eliminazione delle tossine, assieme a intestino, reni, fegato e apparato respiratorio).
Perché un’azienda come Wijld è importante
Ciò che mi preme trasmettere nella condivisione di questa storia di economia circolare, come tante altre condivise in precedenza su questo blog, è l’impegno che giovani imprenditori riversano nel costituire aziende che mettono al primo posto il rispetto dell’ambiente nel ciclo produttivo, oltre alla qualità di un prodotto che sia il più sostenibile possibile.
In quanto consumatori abbiamo un potere enorme nelle nostre mani: in virtù delle semplici leggi del mercato, l’offerta delle aziende deve necessariamente incontrare la richiesta del consumatore, altrimenti non trarrebbe nessun profitto dalla propria attività produttiva.
I motivi per cui è importante diventare consumatori consapevoli e responsabili sono molti, due sopra tutti: in primo luogo poiché con ogni nostro acquisto, esprimiamo un consenso. Quando acquistiamo un bene, non ci limitiamo mai all’acquisto, ma procediamo ad acconsentire a tutto quello che si cela dietro il bene da noi scelto: le politiche aziendali, l’etica lavorativa e le modalità di utilizzo delle risorse. Una maglietta sintetica a 5€ prodotta in Bangladesh include: i costi di acquisto delle materie prime, quelli di stabilimento, lo stipendio dei lavoratori, i costi di trasporto intercontinentali, i costi aziendali di negozio (oltre al costo in termini ambientali dei materiali sintetici).
Non possiamo dissentire da queste politiche a parole, e poi, coi fatti, finanziarle. D’altro canto, prediligendo costantemente aziende etiche e sostenibili, lanciamo un messaggio forte e chiaro alla politica per cui decidiamo di non sostentare un certo tipo di economia, iniqua e non sostenibile. Questo inevitabilmente spinge le aziende, come sta già accadendo, a modificare la propria etica ed offrire prodotti di qualità diversa o modificare le proprie politiche per incontrare la domanda del consumatore.
Abbiamo un enorme potere nelle nostre mani, usiamolo compiendo scelte consapevoli e responsabili.