SULAPAC, un’altra econiziativa che si pone l’obbiettivo di sostituire le confezioni di plastica: si tratta di un nuovo materiale ottenuto dagli scarti del legno, in casa dura tre anni e nel compost si scioglie in 21 giorni.
Provate a fare un giro nel vostro bagno, per esempio. Basta un istante per rendersi conto che ogni singolo prodotto è contenuto all’interno di packaging di plastica: creme, tubetti, buste e bustine. Tutto ciò , una volta svuotato del proprio contenuto, inquinerà l’ambiente in un modo o nell’altro.
Una percentuale irrisoria di tali prodotti è riciclabile. Tutto il resto – salvo che non venga disperso nell’ambiente dove si biodegraderà in circa 500 anni – finirà tra rifiuti indifferenziati che vengono smaltiti tramite inceneritori che producono tonnellate di CO2 (anidride carbonica, uno dei principali gas responsabili dell’effetto serra).
Sarebbe bello se qualcuno ideasse un materiale che potesse fungere da contenitore per creme e cremine, senza impattare l’ambiente in maniera così importante, vero?
Come nasce Sulapac:

0% microplastiche
Si chiamano Suvi e Laura, sono due biochimiche finlandesi, e lo hanno fatto brevettando una risposta totalmente naturale ed ecosostenibile.
Scarti del legno e additivi naturali, 100% biodegradabili: questo è il materiale di cui sono composte le confezioni, i pettini e le stoviglie ideate dalle giovani biochimiche, Suvi Haimi e Laura Kyllonen. Il tempo di smaltimento dei loro contenitori equivale a quello di una patata.
Questo materiale è in grado di rendere completamente ecosostenibile ogni oggetto da esso derivato: è totalmente privo di agenti chimici o microplastiche.
Ragionato sulla grossa quantità di scarti di legno derivanti dalle foreste della Finlandia, paese di origine, hanno ideato una soluzione su come non sprecare quegli scarti da un lato e lavorare sull’eliminazione della plastica dall’altro.
I primi contenitori della startup Sulapac (tra l’altro vincitrice del Green Alley Award) sono nati mescolando la cellulosa ad altri additivi naturali. Questo materiale infatti è ideato proprio per sparire ed avere un impatto pari a zero sull’ambiente: si decompone in 21 giorni nel compost e se per caso disperso in mare, si scioglie in meno di un anno.
Sul sito dell’azienda chi lo desidera potrà approfondire i contenuti.
Fondamentale, tuttavia, è la collaborazione delle aziende in questo progetto, nell’essere disposte ad accettare la sfida dell’ecosostenibilità: i grandi marchi dovrebbero cambiare il loro approccio all’economia per agevolare i consumatori a poter far scelte consapevoli.
Chanel é una delle prime grandi aziende ad investire in Sulapac.
Se si ipotizzasse di trasformare tutte le aziende che producono contenitori in plastica in aziende che producono contenitori biodegradabili alla stregua di Sulapac, il pianeta ne gioverebbe enormemente.
E il problema della deforestazione?
Domanda legittima quando si parla di lavorazione degli scarti di legno: dd oggi, dichiarano le co-fondatrici, la quantità di scarti provenienti dalla filiera del legno finlandese proveniente da foreste certificate è sufficiente a sopperire alla produzione aziendale.
In futuro sicuramente si potrebbe pensare con semplicità alla lavorazione di altre tipologie di scarti naturali: le risorse esistono, basta individuare la modalità più ecosostenibile possibile di lavorazione e smaltimento.
In che modo un consumatore consapevole può contribuire allo sviluppo di questi progetti e al loro sostentamento? Acquistando prodotti biodegradabili ed ecosostenibili.
Quando il mercato toccherà con mano che la scelta dei consumi spinge verso direzioni ecosostenibili, sarà esso stesso a mutare la propria offerta in tal senso al fine di sopperire alla nuova domanda: ecco perché ogni singolo individuo fa la differenza. Siate consumatori responsabili se volete salvare il pianeta!