Questa è la storia di Silvia Calcavecchia, una giovane donna, dottoressa in giornalismo, scrittrice e divulgatrice, e portatrice di una disabilità che le crea difficoltà nel coordinare i movimenti. In questa intervista Silvia, con tutta la grinta e la dolcezza che la caratterizza, racconta la sua storia.

Sostenibilità a 360 gradi

Chi segue questo blog sa che qui si parla di sostenibilità a 360 gradi. Erroneamente la sostenibilità viene confusa con la sostenibilità ambientale. Essa, tuttavia, è solo una parte. Ricordiamoci che la sostenibilità è ambientale ma anche sociale ed economica: sono tutte interconnesse e interdipendenti e non può esistere l’una senza le altre.

Alla base della sostenibilità vi è il rispetto: per l’ambiente e per il territorio, per gli animali e l’ecosistema, per le persone e per i loro diritti. I diritti e le opportunità, in una società equa, devono essere uguali per qualsiasi individuo.

Chi è Silvia?

Silvia Calcavecchia, dottoressa in giornalismo e blogger. Amante della scrittura (a questo link il suo meraviglioso blog), dei viaggi e dell’arte, della natura e della pizza.
Sin dalla nascita Silvia è affetta da una paralisi cerebrale infantile perinatale che le crea delle difficoltà nel coordinare i movimenti. Nel corso degli anni è sopraggiunta anche una malattia degenerativa agli occhi. “Mi piace pensare – racconta Silvia – che la mia disabilità sia un mio tratto distintivo e non qualcosa che mi definisce”.

Silvia è anche una divulgatrice: crea contenuti web e cartacei e tramite i propri canali social (Instagram in particolare) si impegna per abbattere pregiudizi parlando di inclusione. Gli argomenti affrontati da Silvia puntano a sensibilizzare su numerose tematiche che vanno dalla disabilità alla sostenibilità. Di fatto, Silvia, racconta il mondo da un’altra prospettiva, senza mai smettere di perseguire, con amore e creatività, ciò in cui crede.

Gli ostacoli lungo il cammino

Silvia, più di altre persone, ha trovato lungo il cammino numerosi ostacoli dettati da pregiudizi. Con grande forza d’animo non è mai arresa. Questo anche grazie ad incontri con persone e insegnanti che hanno percepito subito le sue capacità e potenzialità.

Il percorso scolastico tuttavia è stato tortuoso, dall’asilo fino al tirocinio durante la specializzazione in giornalismo.

“Ricordo in particolare che durante un esame universitario – racconta Silvia – il docente si rivolse a me chiedendomi se mi stessi laureando per cultura personale, visto che non avrei mai potuto farne un lavoro o fare carriera dal momento in cui avevo una disabilità“.

Frasi e pensieri del genere sminuiscono e scoraggiano: sono molte le persone che hanno contattato Silvia raccontando di aver rinunciato ai propri desideri per via di situazioni analoghe. Silvia, d’altro canto, è riuscita a trovare forza dai diversi “no” e dalle porte chiuse in faccia, accrescendo così la determinazione necessaria al raggiungimento degli obbiettivi. La laurea in lettere è stato uno di questi, seguito dalla specialistica in giornalismo e cultura editoriale. “Se credi fermamente in qualcosa fai di tutto per ottenerla, non importa quanto tempo ci vorrà o quanto sarà difficile poiché prima o poi raggiungerai il tuo obiettivo”, sottolinea Silvia.

Siamo tutti diversi

Viviamo in una società ricca di canoni e stereotipi e questi hanno fatto sì che la diversità, qualunque essa sia, fosse vista come qualcosa di negativo: ma se ci pensiamo, tutti noi siamo diversi. Tutti noi abbiamo qualcosa che ci distingue dagli altri ed è quel qualcosa che fondamentalmente ci rende unici.

Vista da questa prospettiva la diversità diventa qualcosa di meraviglioso, una risorsa a cui dare valore piuttosto che qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi.

“La scuola dovrebbe insegnare il valore della diversità e aiutare a scoprire le potenzialità che ognuno ha. Si potrebbe iniziare abbattendo le barriere architettoniche e mentali che sono ancora tante. Sarebbe necessario aumentare le ore degli insegnanti di sostegno, formare e aggiornare gli insegnanti a nuovi approcci, portare alla luce delle testimonianze per aprire un dialogo tra alunni ed insegnanti e tra gli alunni stessi. Chi frequenta la scuola ha bisogno di ascoltare ed essere ascoltato nonché di confrontarsi, di sentire esperienze simili alle loro”. Con queste parole Silvia ricorda che solo così la scuola può diventare un ambiente inclusivo, un ambiente dove tutti si sentono incoraggiati, partecipi ma anche un luogo dove trarre degli spunti di riflessione.

Inclusione e sostenibilità

Silvia

La storia di Silvia fa riflettere profondamente su quale sia la realtà in cui viviamo.

Silvia è una donna ricca di forza d’animo e determinazione, che è riuscita a raggiungere i propri obbiettivi e senza dubbio ne raggiungerà molti altri. Si impegna nel divulgare messaggi importanti, cercando di sensibilizzare quante più persone possibile al tema dell’inclusione.

Ma le storie non sono tutte come quella di Silvia: talvolta situazioni di fragilità possono portare gli individui a desistere dai propri obbiettivi, proprio per carenza di inclusività e dei giusti stimoli. Le differenze che ci caratterizzano, e dovrebbero essere un punto di forza della nostra unicità, spesso sono ancora viste come criterio di discrimine.

La storia di Silvia ci parla di uno degli aspetti legati ai pregiudizi e che talvolta ostacolano l’inclusione, ovvero quello di una disabilità. Eppure ricordiamoci che spesso anche il colore della pelle, la religione, gli orientamenti sessuali, la fisicità (troppo “grasso”, troppo “magro”, troppo “alto” o “basso” e così via) sono dei criteri che, più o meno incisivamente, possono essere legati a pregiudizi e tutto ciò che un pregiudizio porta con sé.

L’importanza del messaggio di Silvia risiede in un semplice dato di fatto, ovvero che ognuno di noi è necessariamente diverso da tutte le altre persone che esistono. Ognuno ha i propri punti di forza e le proprie debolezze. Ognuno ha le proprie peculiarità su cui investire.

Solo iniziando a distaccarci dai canoni e gli stereotipi e iniziando a valorizzare la nostra singolarità in quanto individui e quella di chi ci circonda, saremo sulla giusta via per un futuro realmente più sostenibile a 360 gradi.

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