In questa intervista François van den Abeele, fondatore & CEO del brand Sea2see, in questa intervista ci racconta come nasce e si sviluppa il progetto di business che al contempo tutela l’ambiente, recuperando rifiuti marini e trasformandoli in materia prima per produrre i propri occhiali da sole.
L’impatto ambientale del settore ottico
Una doverosa premessa riguarda l’impatto ambientale del settore ottico.
François, fondatore di Sea2see, ricorda che l’industria della moda è la più inquinante al mondo, subito dopo quella petrolifera e che nel settore ottico, parte integrante di quello della moda, l’aspetto della sostenibilità e quasi del tutto inesistente.
E’ altissimo l’impatto dei rifiuti prodotti dalle montature in acetato degli occhiali vecchi. E soprattutto questo avviene in virtù del fatto che ogni singolo paio di occhiali è prodotto con materie prime (plastiche) nuove di zecca. Un altro dato non da poco conto, è che circa il 50% della popolazione, porta gli occhiali.
L’idea di François è unica nel suo genere, riuscendo a conciliare business da un lato e tutela ambientale dall’altro, con altresì un positivo impatto sociale per quei pescatori che hanno modo di aumentare il proprio stipendio raccogliendo rifiuti dal mare.
Il recupero dei rifiuti marini

Il team di Sea2see si occupa di recuperare rifiuti dal mare, in un’ottica circolare, trasformando così in risorsa ciò che è stato trattato come uno scarto: l’azienda si occupa di tutto, dalla raccolta alla produzione che avviene in Italia.
François spiega che i materiali vengono raccolti nei porti di Spagna e Francia con centinaia di pescatori sulle coste di Ghana e Senegal. I pescatori, oltre a svolgere il proprio lavoro, ricevono uno stipendio extra per il recupero di rifiuti plastici che vengono devoluti all’azienda. Ogni mese Sea2see raccoglie circa 15.000 kg di rifiuti plastici, una somma enorme. Grazie a questa struttura riescono ad avere un impatto positivo sia a livello sociale, fornendo un’entrata ulteriore ai pescatori che recuperano plastica dal mare e a livello ambientale, recuperando rifiuti plastici dal mare.
Il loro punto di forza è dunque che non acquistano materie prime ma le recuperano dai rifiuti marini.
La plastica, infatti, in virtù della propria resistenza, è un materiale che non si BIOdegrada mai. Affinché un materiale si biodegradi è infatti necessario che esista un batterio in grado di trasformarlo in un altro materiale. La plastica si limita a degradarsi, nei decenni, in tanti frammenti minuscoli (le microplastiche) molto pericolose sia per la fauna, che nutrendosene muore di inedia alterando, sul lungo termine, equilibri di interi ecosistemi, sia per l’uomo. La superficie di queste microplastiche, infatti, è particolarmente idonea a intrappolare tossine che vengono rilasciate all’interno del corpo dei pesci che le ingeriscono e di cui noi ci nutriamo.
I valori dell’azienda

Uno dei punti cardine di questo business è quello di sollevare consapevolezza in relazione al drammatico problema dell’inquinamento antropico dei mari. Ricordiamoci che un mare sano è fondamentale per la vita sulla terra.
Spingere il consumatore ad agire in maniera responsabile, avvicinandolo ad un tipo di moda sostenibile e consapevole, è un’opportunità che ogni azienda dovrebbe cogliere. Sea2see si pone l’obbiettivo di dimostrare ad altre realtà che è possibile fare business in maniera differente da quella che abbiamo conosciuto fino ad oggi, conciliando il concetto di profitto e quello di salvaguardia dell’ambiente.
Fortunatamente le nuove generazioni sono sempre più sensibili a temi legati alla tutela ambientale e, pian piano, si stanno rivelando consumatori più consapevoli. Prestano attenzione alla provenienza del prodotto e al loro smaltimento.
Questo tipo di realtà è sicuramente una grande fonte di ispirazione per altre realtà, la prova vivente che business e salvaguardia del pianeta non sono necessariamente in contrasto ma possono andare di pari passo. E anzi, in un contesto sociale come quello attuale ove la consapevolezza riguardo alla necessità di tutelare il nostro pianeta è sempre maggiore, questo tipo di business sicuramente sarà avvantaggiato rispetto a chi, invece, continua sulla vecchia strada ignorando l’emergenza ambientale di cui ognuno di noi dovrebbe preoccuparsi.
