Oggi mi sono imbattuta in un video di Alex Bellini, attivista ambientale che seguo assiduamente, in cui parla della differenza tra plastica biodegradabile e plastica compostabile. Riconosco anche da parte mia di avere un po’ di confusione in testa a riguardo: ho imparato che c’è una enorme differenza tra i materiali (che non vanno assolutamente confusi), che riporto di seguito.
Plastica Biodegradabile
Come sappiamo la plastica è un materiale che si “degrada” in decine di anni, ovvero si rompe in minuscoli frammenti che però rimangono di materiale plastico: questi frammenti per via del tipo di superficie, intrappolano molte tossine che poi vengono rilasciate all’interno dei pesci di cui ci nutriamo. Quindi insomma, una sorta di discorso karmico per cui il male che facciamo all’ambiente in qualche modo ci torna indietro.
Affinché un materiale si BIO-degradi è infatti necessario che esista un batterio in grado di trasformarlo in altro materiale funzionale al ciclo naturale della vita sul pianeta.
Queste plastiche biodegradabili, come spiega Alex Bellini, “sono realizzate con le stesse materie delle plastiche tradizionali, quindi a base di petrolio, con una ulteriore aggiunta di sostanze chimiche che consentono alla plastica di degradarsi più rapidamente. Ciò le rende impossibili da recuperare per il riciclo. Il prefisso BIO è infatti fuorviante: la plastica si che si degrada, ma non certo in qualcosa di buono per l’ambiente”. Alex porta ad esempio una forchetta su cui è riportata la scritta “eco-products” e poi, accanto la voce “non compostabile”.
Plastica Compostabile
Questo tipo di plastica, spiega Alex, è invece prodotta con materiali naturali come l’amido di mais, la canna da zucchero, il grano e tanti altri. Il vantaggio di questa plastica è che si decompone totalmente, seppur i tempi possono variare dai 60 ai 180 giorni. La “sorpresa” è che questo tipo di plastica si degrada SOLO in impianti specificatamente attrezzati in cui la plastica raggiunge specifici livelli di temperature ed umidità e ossigeno. Questo significa che non si decompongono in terriccio fertilizzante se buttate in mare o in un bosco!
Quindi fate molta attenzione: la soluzione migliore rimane sempre quella di EVITARE LA PLASTICA, seppur etichettata come compostabile o biodegradabile, e prediligere soluzioni alternative.
Il video integrale della spiegazione di Alex Bellini lo potete trovare sulla sua pagina Facebook.
Grazie Alex!