Al giorno d’oggi, quando facciamo la spesa, tendiamo giustamente a fidarci dei controlli dei luoghi presso cui acquistiamo i nostri alimenti il che ci porta ad omettere un necessario passaggio ovvero quello della verifica dell’etichetta. Ma sappiamo veramente sempre cosa c’è dietro ai nostri cibi? Da dove vengono o come sono cresciuti? E soprattutto: cosa comporta la loro provenienza? Poiché è di vitale importanza ricordarci che “siamo quello che mangiamo” credo che anche sapere cosa mangiamo sia un’informazione dalla quale non possiamo prescindere.
Ho sempre portato discreta attenzione alle etichette dei prodotti che acquisto: per la verdura e la frutta il problema è minore poiché recandomi al mercato del parco agricolo sud di Milano, ho modo di confrontarmi con i coltivatori diretti. Per quanto riguarda tutti gli altri prodotti, invece, si apre un mondo.
Per la maggior parte della mia spesa (cereali, legumi, prodotti per l’igiene) mi reco al Negozio Leggero che fortunatamente non è molto distante dal luogo di lavoro. Tuttavia a volte, per comodità e necessità, mi capita di andare al mercato sotto casa e l’altro giorno sono letteralmente caduta dal pero: sulla confezione delle lenticchie, che sono stata attenta ad acquistare da colutra biologica, ho letto casualmente la seguente dicitura: provenienza CANADA. Canada? Seriamente?
Ho iniziato ad arrovellarmi in un’infinità di domande. Perché in Italia, dove il clima è decisamente favorevole a certi tipi di colture, vengono vendute lenticchie provenienti dal CANADA, uno dei posti più lontani e, presumibilmente, con clima meno adatto a certi tipi di colture.
Quanti chilometri si sono fatti le mie lenticchie prima di arrivare a casa? Quanto ho contributo io stessa, seppur in maniera indiretta (ma sempre svolgendo un ruolo in questa catena), all’inquinamento prodotto dal trasporto di queste lenticchie dal Canada a Milano?

Come queste lenticchie prese ad esempio, mi sono resa conto, spulciando varie etichette, che tantissimi prodotti provengono dai posti più lontani ed il trasporto di questi cibi fino alle nostre case ha un costo enorme sia in termini di costo effettivo della merce (perché al costo del prodotto e quello del packaging si aggiunge anche quello dei trasporti), sia in termini ambientali.
Per questo ritengo sia di fondamentale importanza fare attenzione alla provenienza dei cibi controllando l’etichetta: sia, naturalmente, per un discorso di salute verificando cosa contiene il prodotto di cui ci nutriremo, sia per un discorso di tutela dell’ambiente. Più da vicino arriva il nostro cibo infatti e meno strada avrà fatto: vuol dire dunque che, oltre ad essere più fresco avrà anche contribuito di meno all’inquinamento ambientale.
Evitando di acquistare prodotti che vengono da troppo lontano, il consumatore manda il messaggio al mercato che quella domanda non è sostenibile. Allora l’industria, per proprio profitto, risponderà modificando la domanda. E’ semplicissimo.
Siate consapevoli degli alimenti di cui vi nutrite, si da un punto di vista di contenuto e di ingredienti, che da un punto di vista di provenienza: evitate di acquistare prodotti che viaggiano per chilometri inquinando il pianeta, è anche questo un modo utile per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente. Ricordiamoci sempre che ognuno fa la differenza.