Questa è la storia di Federica Portentoso, una giovane donna italiana, professione fotografa, che sei anni fa è espatriata in Australia. Il suo percorso l’ha portata ad assumere consapevolezza su ciò che conta davvero, nelle nostre vite, e che ci arricchisce. In questa meravigliosa intervista, Federica, si racconta.
Federica e il legame con la natura

Federica è una giovane donna italiana, fotografa professionista, che sei anni fa ha scelto di vivere in Australia. Il viaggio ha sempre fatto parte della sua: Federica, da brava artista, si nutre di ispirazione esplorando posti nuovi e nuove culture. La scelta dell’Australia è stata dettata anche dal grande amore per la Natura, che la accompagna da sempre. L’Australia è un paese selvaggio, ricco di luoghi inesplorati e dove il legame tra l’uomo e la Natura è molto profondo.
Il contatto con la natura, per alcune persone – come ad esempio, Federica – è un’esigenza impellente, innata. Questo bisogno tende a generare una sorta di sofferenza in società come quella occidentale moderna, che nel corso degli anni si è allontanata sempre di più da questo legame, necessario per l’uomo.
Forse molte persone, proprio in questo momento storico così particolare in cui viviamo rinchiusi tra le mura domestiche, se ne stanno accorgendo: un sentimento diffuso, infatti, è la profonda nostalgia di passare del tempo a contatto con la natura. E’ proprio qui, credo, che emergano le esigenze reali dell’uomo, quando gran parte della vita come l’abbiamo conosciuta fino a due mesi fa, ci viene sottratta. Non capita di sentire qualcuno lamentarsi di non poter andare a fare shopping, o con una forte nostalgia dell’aperitivo delle 19.
Il comune sentire dovrebbe far riflettere: ad alcuni manca il contatto con il mare, ad altri una camminata in montagna. Altri ancora giurano che la prima cosa che faranno finita la quarantena sarà andarsi sdraiare in un prato per un giorno intero.
Il legame con la natura è qualcosa di radicato nell’uomo. Purtroppo la nostra società – con le sue richieste di rispecchiare determinati modelli, in cui tutto è fast (dal cibo alla moda) ed in cui abbiamo a disposizione poco tempo per riflettere sui nostri bisogni reali – fa passare questo bisogno in sordina.
Ma non per tutti: Federica è una di quelle persone che ha sempre dato ascolto a questa importante necessità, e così, seguendo il suo istinto, è andata dove le fosse possibile coltivare questo amore. Ad oggi vive nella zona di Byron Bay e di professione scatta meravigliose fotografie.
Il percorso di consapevolezza
Federica è una viaggiatrice e la donna che è oggi è il risultato di un percorso di consapevolezza.
Questo percorso è iniziato quando, sei anni fa, ha deciso di andare a vivere in Australia: in quel momento si è trovata di fronte alla necessità di selezionare i beni che avrebbe portato con sé. E’ bastato poco per rendersi subito conto dell’enorme gap che esiste tra ciò di cui abbiamo bisogno e ciò che realmente possediamo, spesso senza neanche sapere perché.

Il vero e proprio “giro di boa” risale a meno di un anno fa: Federica decide che tutti i suoi beni sarebbero dovuti entrare nella sua auto, una Mitsubishi Pajero del ’95 dentro alla quale è riuscita a costruire, riadattandola da cima a fondo, una piccola casetta ambulante, all’interno della quale le capita di vivere di tanto in tanto, durante brevi viaggi.
Ad oggi Federica non possiede più di 50 pezzi nell’armadio, biancheria inclusa. Paia di scarpe totali: tre.
Seppur questi possano sembrare numeri assurdi al lettore, la domanda da porsi è: tutto ciò che possediamo ci è davvero utile al soddifacimento dei nostri bisogni? Al raggiungimento della felicità?
Siamo talmente sommersi da beni (la maggior parte acquistati per sopperire ai bisogni indotti generati dalle campagne di marketing) che spesso perdiamo di vista le cose importanti. I beni costano soldi, ed i soldi li guadagniamo impiegando del tempo a lavorare.
Possedere dunque meno beni, non sarebbe un risparmio, oltre che in termini di risorse economiche, anche che in termini di tempo, che potremmo impiegare in esperienze?
Ciò che sono arrivata a comprendere e che cerco di trasmettere tramite questo blog è che ciò che realmente ci arricchisce sono le esperienze ed i legami con le persone, non le cose.
E questa è proprio la conclusione a cui è arrivata Federica durante il suo percorso: ovvero ritrovare il giusto focus verso cui canalizzare le proprie energie, senza lasciarsele sottrarre da bisogni futili e del tutto irreali (come, ad esempio, l’accumulo di beni o la necessità di apparire in un determinato modo).
I motivi catalizzatori del cambiamento
<<Siamo cresciuti attaccati a delle televisioni, guardando immagini di giocattoli bellissimi con bambini felicissimi nello sfondo, camminando per le strade e guardando vetrine con immagini di donne sempre più belle di noi, bombardati da pubblicità su cartelloni anche mentre guidiamo e dovremmo prestare attenzione alla strada. Promozioni imperdibili, frasi che ingannano ”risparmia tot euro” comprando qualcosa che di base nemmeno ci serviva.
Viviamo con il costante bisogno di migliorare ciò che siamo e ciò che abbiamo, una casa più grande, una macchina più nuova, dei vestiti più alla moda, un telefono più tecnologico, con il risultato che ovviamente non siamo mai soddisfatti di ciò che abbiamo perché non appena lo abbiamo è già vecchio, e ci sarà una versione migliore in uscita. Così questo modo di vivere ci costringe a lavorare sempre di più, fare straordinari per poterci permettere tutto questo… senza renderci conto che quella casa più grande che avremo comprato non avremo nemmeno avuto tempo di viverla, e quella macchina più nuova ci sarà servita solo per andare avanti e indietro a lavoro, e che quei bei vestiti non c’è mai stata occasione di indossarli.
Quale è il senso di tutto questo? >>
Con queste parole, Federica ci porta a riflettere sul nostro stile di vita. E ancora:
<<Se pretendessimo di meno da noi stessi, non avremmo bisogno di tutti quei soldi e quindi di tutte quelle ore di lavoro, e avremmo allora tempo di vivere quelle piccole cose giornaliere che però ci regalano la felicità vera, non quella apparente che le cose ci danno: la famiglia, per persone che amiamo, il tempo per noi stessi anche solo per sederci su una panchina e assaporare un raggio di sole sul viso per 10 minuti al tramonto, guardando il cielo che da blu diventa arancione e poi viola e rosa e di nuovo blu.>>
A 29 anni, Federica viveva nel posto che da sempre sognava, con un lavoro appagante e ben retribuito, assieme ad un compagno amorevole, con una macchina… eppure, la felicità, tardava ad arrivare.
L’umore era grigio, ansioso, ogni occasione era buona per lamentarsi. Il traffico sulla via del lavoro, i costi troppo alti della casa, la totale mancanza di tempo da dedicare alle proprie passioni ed il lavoro di un compagno che non riusciva ad avere tempo da passare insieme.
Il coraggio di Federica risiede nell’essersi domandata: è davvero questa la vita che voglio vivere?
Non è facile rispondersi di “no”, perché un “no” comporta un inevitabile cambio di rotta.
Leggerezza esteriore e leggerezza interiore

Proprio in questo legame, tra leggerezza esteriore e leggerezza interiore, secondo Federica risiede la chiave della felicità. Approccio, peraltro, condiviso da questo blog che si impegna a far passare un messaggio di consapevolezza ai suoi lettori.
<< Proprio staccandoci da tutte le imposizioni e gli ideali che la società ci ha fatto credere giuste, e ancor peggio ”unica via”, che troveremo la libertà e quindi la felicità. Credo che il vero problema alle base delle nostre insoddisfazioni sia la poca libertà che abbiamo. Non siamo liberi, non abbiamo tempo di essere liberi, perchè c’è sempre qualcosa di molto più importante delle nostre passioni che DOBBIAMO fare…E’ necessario fare un grande passo indietro, imparare a stare bene prima di tutto con noi stessi e poi approcciarci al resto del mondo. Riscoprire le piccole cose giornaliere che ci rendono felici, e trovare un modo per renderle prioritarie. Non abbiamo bisogno di altro che noi stessi e del nostro tempo per fare ciò che ci rende felici davvero>>
Federica è l’esempio vivente di una persona che è riuscita ad assumere una consapevolezza tale che le ha permesso di essere onesta con sé stessa e dunque mettere in atto un vero e proprio cambio di vita che l’ha portata alla felicità.
Non è un percorso semplice, può spaventare rinunciare a quelle che riteniamo essere delle sicurezze materiali per dirigerci verso qualcosa di incerto.
Non è necessario trasferirci tutti in Austrialia, naturalmente, eppure prendere come esempio la storia di Federica e il suo percorso di consapevolezza, sicuramente potrebbe condurci verso scelte che ci avvicinino, sempre un po’ di più, ad una genuina felicità.
Imparando, innanzi tutto, a lasciare andare tutto quello che non è indispensabile (seppur così siamo indotti a pensare) per creare spazio a quanto realmente potrà arricchire le nostre vite.
Ciao Laura, volevo ringraziarti per il contributo meraviglioso che dai a questo mondo con questo bellissimo blog e con Instagram. Si vede quanto lavoro ci sta dietro, quanta ricerca e anche quanto entusiasmo ci metti. In particolare volevo ringraziarti per questa intervista, e ringraziare anche Federica perché leggerla mi ha fatto partire un clip di riflessione nella mente che mi ha portato ad elaborare uno step successivo nel mio percorso. È da quasi 5 anni che mi preoccupo dell’impatto che il mio stile di vita ha sul mondo, sono partita con il minimalismo, poi sono passata alla fase plastic free, ho cambiato alimentazione e poi ho iniziato a preoccuparmi della sostenibilità a 360°..ma pensavo di essere “arrivata”, non so come dire. Pensavo che era difficile fare più di così e invece grazie a questo articolo mi sono sbloccata, ho avuto un’illuminazione, non so come dire, e devo dire grazie a entrambe perché ora so quali sono i prossimi obiettivi verso cui dirigere i miei sforzi. Grazie di cuore ragazze, siete di ispirazione.