Il fatto che l’industria della moda soffra di un grande problema di sovrapproduzione e conseguente spreco di risorse, non è un segreto. La vera sfida risiede nel trasformare questo mercato in una filiera sostenibile: sono sempre di più i progetti creativi di menti giovani che si muovono in questa direzione, dimostrando che si può (ormai: si deve!) fare impresa, tenendo da conto il benessere ed il futuro del pianeta. Proprio su queste note è nata ID.EIGHT, un’azienda italiana che produce sneakers dagli scarti della frutta!
Come nasce ID.EIGHT

ID.EIGHT è un progetto che nasce dall’iniziativa di due persone: Dong Seon, stilista con un profondo desiderio di lanciare il proprio brand di sneakers e Giuliana, che da tempo desiderava realizzare un progetto di moda sostenibile.
Così Giuliana e Dong Seon, coppia sia sul lavoro che nella vita, hanno fondato il brand ID.EIGHT che produce sneakers realizzate con gli avanzi della frutta, ecologiche e cruelty free.
L’intento è quello di offrire un buon esempio di come si possa fare del business ma senza perdere di vista l’importanza di tutelare l’ambiente. Il brand porta in Italia una linea di sneakers sostenibili e di tendenza, per dimostrare che si può e si deve fare impresa e creare moda anche pensando al futuro del pianeta.
Dong Seon è lo stilista ed è l’anima creativa del brand: a lui si deve il design e la progettazione tecnica delle sneakers, così come i contenuti grafici e fotografici che le presentano sui social e l’e-commerce.
Giuliana svolge il ruolo di brand manager occupandosi di coordinare le attività necessarie allo sviluppo e al lancio del prodotto: piani di sviluppo, ricerca dei fornitori e dei partner commerciali, strategie di marketing…
Il brand si avvale inoltre della collaborazione costante di altri professionisti per quanto riguarda la gestione dei social e le pratiche
legali e burocratiche.
I valori dell’azienda
Il prodotto di ID.EIGHT è 100% sostenibile: innanzi tutto nasce da un modo di creare la moda contrapposto alla logica del sistema fast fashion, il cui obiettivo è puntare al prezzo più basso possibile e accelerare al massimo i tempi di immissione sul mercato.
La proposta di ID.EIGHT si articola in due collezioni stagionali e su un numero limitato ma variegato di modelli, conciliando il gusto e la sensibilità per le tendenze con la cura e i tempi di una produzione tradizionale. Le sneakers sono progettate per durare a lungo, senza la necessità di “rimpiazzarle”, procedendo ad un nuovo acquisto, dopo un breve periodo di utilizzo.
I materiali hanno infatti superato test durissimi, confermando così di essere un prodotto solido e resistente, destinato a
durare nel tempo. Tutti i materiali utilizzati provengono da aziende sostenibili e certificate, preferibilmente italiane, per ridurre l’impatto generato dai trasporti.
Il principio centrale che guida la ricerca e selezione è la circolarità: i materiali sono riciclati o derivano dalla trasformazione
degli scarti di altre imprese.
La manifattura è nelle Marche. Per avere la massima garanzia di qualità, trasparenza e controllo sulle condizioni di lavoro, non si può fare altro che scegliere di produrre localmente. In Italia abbiamo i migliori distretti calzaturieri del mondo, è importante supportarli e lo sarà ancora di più in relazione alla crisi economica dettata dall’emergenza sanitaria avvenuta negli ultimi mesi.
La filiera produttiva di ID.EIGHT: dagli scarti della frutta alle sneakers

Giuliana racconta che gli scarti utilizzati per la creazione delle sneakers sono il risultato della raccolta o della lavorazione di uva, mele e ananas e vengono processati da aziende sostenibili nate appositamente per lo sviluppo e la commercializzazione di ogni singolo materiale, dopo un brevetto ottenuto in seguito a ricerche ed esperimenti condotti in laboratori universitari o indipendenti.
“Nello specifico Vegea nasce dal recupero delle vinacce avanzate dalla pigiatura dell’uva nelle aziende vinicole toscane, Apple-skin usa bucce, semi e torsoli di mele provenienti da aziende produttrici di succhi e marmellate in Sud-Tirolo, infine Piñatex è l’unico materiale esotico, essendo ricavato dalle foglie delle piante di ananas, coltivazione tipica delle Filippine”spiega Giuliana.
Il processo di trasformazione dei tre sottoprodotti è simile: la prima fase consiste nell’essicazione al sole o in forni speciali, per fare in modo che gli scarti organici si conservino a lungo; successivamente si passa alla polimerizzazione, che estrae dalla lignina e dalla cellulosa delle catene di polimeri abbastanza lunghe da formare una sostanza resinosa; il composto così ottenuto viene spalmato su un supporto di cotone biologico certificato Gots.
Il vantaggio ambientale risiede nella possibilità di riutilizzare risorse già esistenti e soprattutto nell’origine vegetale e rinnovabile delle materie prime, che permettono di sganciarsi in buona parte dai derivati dell’industria petrolifera.
Il riscontro del pubblico
“I primi clienti che hanno comprato le nostre scarpe su Kickstarter da febbraio ad aprile – racconta Giuliana – lo hanno fatto riconoscendo l’impegno e i valori alla base del progetto. Abbiamo ricevuto tanti messaggi di entusiasmo e supporto da parte di
chi cercava da tempo delle scarpe belle da vedere, pratiche da indossare e che non creassero sensi di colpa nei confronti dell’ambiente, dei lavoratori e degli animali”.
Questo riscontro ha reso ancora più evidente la crescente e forte necessità di cambiamento da parte del consumatore, sempre più spesso alla ricerca di realtà aziendali che offrano soluzioni alla portata di tutti, in maniera trasparente e accessibile.
Le persone sembrano essere sempre più informate su ciò che si nasconde dietro il mercato della fast fashion e disposte a ripensare il proprio modo di acquistare e di rapportarsi alla moda.
La fascia di età maggiormente interessata è quella tra i 24 e i 35 anni, una fase in cui si abbandona l’acquisto impulsivo e si matura una coscienza più forte delle proprie azioni individuali. Ciò è sintomatico del fatto che sono le generazioni più giovani a sentire in maniera più importante la necessità di cambiamento.
La prossima sfida è continuare su questo livello di interesse con il lancio della collezione autunno-inverno.
Realtà come ID.EIGHT dimostrano che fare del business in un’ottica di rispetto e tutela per l’ambiente è possibile, oltre che doveroso. E l’ottimo riscontro da parte del pubblico è una prova che questa sia la direzione giusta verso la quale muoversi per salvaguardare il pianeta con tutti gli strumenti a nostra disposizione.

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