Apepak è una creazione che potrebbe sostituire una volta per tutta la terribile “pellicola di plastica (monouso)” che quasi tutte le famiglie utilizzano per la conservazione di cibi. La pellicola di plastica, dopo il primo utilizzo è da eliminare in quanto non riutilizzabile. Inoltre non è neanche riciclabile quindi andrà getta nell’indifferenziato – il quale sappiamo essere una tipologia di rifiuti che viene smaltita a mezzo di inceneritori, che producono tonnellate di emissioni di CO2, uno dei principali gas responsabili del riscaldamento globale.
Cos’è Apepak?
L’idea nasce da Massimo Massarotto e sua moglie, Molly: si tratta di teli di cotone biologico a filiera etica imbevute di cera d’api (la quale permette di sigillare gli alimenti con facilità). E’ una soluzione del tutto naturale ed artigianale: viene prodotto da Sonda, una cooperativa sociale che offre lavoro a individui nell’ambito di percorsi riabilitativi e di reinserimento a seguito di dipendenze. Un progetto che è riuscito ad unire l’importanza dell’ecosostenibilità ed il grande valore etico della cooperativa.

Una vera e propria rivoluzione per la vita domestica: sul sito di Apepak è possibile reperire tutte le informazioni dettagliate riguardanti il prodotto. Le pezze sono riutilizzabili e lavabili ed ognuna è garantita per circa cento utilizzi, al termine dei quali il prodotto, essendo compostabile, andrà gettato nell’organico e tornerà dunque alla terra senza diventare fonte di inquinamento.
La cera d’api è antisettica, idroreppellente e dunque tende a non sporcarsi. E’ lavabile con acqua fredda e sapone naturale: ogni pezza arriva fino a 100 utilizzi.
L’obbiettivo sarebbe quello di raggiungere i supermercati per poter rendere accessibile a chiunque un prodotto genuinamente ecosostenibile permettendo di eliminare del tutto la dannosissima pellicola dalle nostre case.
Come nasce l’idea?
Massimo Massarotto, 37 anni ed originario di Castelfranco Veneto, vive con sua moglie in California: Molly è originaria della Napa Valley, dove soluzioni simili ad Apepak sono già esistenti ed in commercio da diverso tempo.
Inizialmente la coppia ha tentato di realizzare queste pezze alternative alla plastica in maniera domestica, per poi regalarle ad amici in Italia. Dopo numerosi apprezzamenti si sono resi conto dell’unicità del prodotto, non commerciato nello stivale, e hanno dunque pensato di cercare qualcuno sul territorio italiano che potesse produrle.
Sarebbe stata una contraddizione in termini far percorrere miglia in aereo (che emette gas inquinanti) ad un prodotto che nasce per essere a basso impatto ecologico. In un contesto ecosostenibile ovviamente la riduzione dei trasporti della merce sul territorio è un aspetto fondamentale.

Muovendosi tra le cooperative sociali senza buoni risultati, Massarotto si ricorda di una amica di vecchia data coinvolta nel sociale: Francesca Amato, vicepresidente della cooperativa sociale Sonda onlus che lavora da un ventennio nell’ambito delle dipendenze.
Tra le varie attività della cooperativa (tra cui rientrano la comunità, la prevenzione nelle scuole e reinserimento lavorativo) è stato inserito anche il laboratorio di Apepak. La produzione di Apepak, infatti, permette di creare un prodotto dall’inizio alla fine, non si tratta dunque di mero assemblaggio per terzi, il ché lo rende una vera e propria produzione artigianale per cui i ragazzi della cooperativa sono i veri e propri protagonisti. Oltre al grande valore educativo sul rispetto dell’ambiente.
Aspetto con gioia a vederlo nei negozi per comprarlo sperando non costi eccessivamente
Cara Fernanda, ci auguriamo anche noi che presto i negozi siano ricchi di soluzioni ecosostenibili. Online è già possibile acquistarli sul sito del produttore 🙂
mi sembra una idea assolutamente geniale, che avrà naturalmente un prezzo proibitivo😓
Cara Silvia, il tuo dubbio è legittimo. Tuttavia sul sito del prodotto troverai che i costi variano dai 15 ai 22 a pacchetto, con due teli all’interno, ognuno dei quali potrà avere fino a 100 utilizzi, quindi i costi si ammortizzano in tal senso 😉